Suzhou ed i suoi Giardini

Nell'antichità come tutti ben sappiamo il viaggiare era piuttosto difficile, soprattutto se non avevi pecunia te ne stavi nella tua bella piantagione di riso e non rompevi i cosiddetti.
Comunque anche per i ricchi intraprendere un viaggio che per noi può essere 1 oretta di treno, nello specifico la tratta Suzhou-Huangshan (Montagne Gialle, posto meraviglioso a cui dedicherò un articolo spero), all'epoca si trattava di un viaggio di minimo 2 settimane.
Ed è per questo che iniziò a formarsi la grande e famosa tradizione dei giardini paesaggistici.Piccola digressione per gli amanti dell'arte: il termine pittura paesaggistica va di pari passo con l'arte pittorica cinese, ed è stato uno dei primi temi della pittura cinese/giapponese.
Tornando a noi, ho citato Suzhou, la Venezia d'Oriente, città celebre per i suoi meravigliosi giardini paesaggistici (patrimonio UNESCO dell'umanità tra l'altro).
Vi mostrerò un paio di essi con delle foto scattate in prima persona:


Bisogna tenere presente che i giardini erano privati, ovvero con pochi visitatori scelti dal proprietario che sfruttava il giardino soprattutto per se stesso, come tutti gli altri giardini. Caratterizzato anche da poca acqua e grandi pendii (uno quasi 7 metri) tutto artificiale, unico giardino che conserva edifici e struttura tale e quale a secoli fa.Prima di passare al prossimo vorrei fare un appunto: i giardini hanno forme, passaggi, pendii, piante, finestre, corridoi etc in modi, forme e luoghi particolari poichè costruiti in modo di risultare sempre diversi ad ogni cambio di angolazione, direzione, stagione.Ed ecco arrivati quindi al Giardino Dell'Umile Amministratore


Questo giardino è talmente famoso che vi sono dipinti di più di 400 anni fa che ne attestano la bellezza e intere poesie dedicate ad esso. Bellissima anche la decorazione dei muretti fatta a forma di dragone che corre ininterrotta per svariate centinaia di metri sino alla testa tutta in ceramica invetriata. (perifrasi tipica dei letterati confuciani in cui l'umiltà era simbolo di estrema virtù, rimandata persino in significati e perifrasi codificate da usare nel parlato quotidiano): il più grande giardino della città, di qualche ettaro, caratterizzato da immense distese d'acqua e da una scelta tale di piante da renderlo sempre verde e pieno di fiori per ogni giorno e mese dell'anno. Ha vari promontori artificiali e dei padiglioni meravigliosi dove il proprietario era solito sedersi ed esercitarsi nella calligrafia ascoltando gli uccellini e le dame cantare. Ha pure dei passaggi segreti (ne ho postato uno che passa sotto un padiglione) e varie tartarughe d'acqua centenarie.
Detto questo, appunto finale, il giardino paesaggistico rimanda alla tradizione del rinchiudere la natura al volere dell'uomo, lo spirito delle cose (shen 伸) veniva intrappolato al servizio dell'uomo, per questo si creavano paesaggi con monti e cascate artificiali (山水 monti e acqua, il perfetto connubio di forza e leggerezza per la tradizione cinese).
Da essi deriva quindi la tradizione millenaria del Bonsai, che conosce la sua origine proprio in cina qualche migliaio di anni fa e consiste nella sublimazione del paesaggio artificiale, infatti i bonsai cinesi antichi differiscono nel mostrare pietre e minuscoli laghetti nei loro vasi, a rimandare ancora al paesaggio artificiale, dentro al giardino artificiale.
Giusto per completare vi lascio un'aggiunta di un bellissimo ex tempio sincretico buddista-taoista, dove un celebre maestro della cina Yuan Zhao soleva predicare e da dove, nel lago sottostante, due tartarughe centenarie fuoriuscivano per ascoltarlo durante le sue prediche e recitazioni dei mantra (attestato da fonti storiche tra l'altro).

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